

La mostra “Arte «bandita»: dal furto dimostrativo di Pacchioni agli ultimi bandi di concorso. Fumetti e disegni di Andrea Pogliani” è scaturita dal desiderio dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda (ISAL) di far coincidere la sua riapertura, dopo il periodo di chiusura imposto dal Covid, e l’inaugurazione dei nuovi spazi espositivi realizzati all’interno di Palazzo Arese Jacini a Cesano Maderno, con la valorizzazione di un giovane artista capace di dialogare con le più moderne forme espressive legate al disegno e al fumetto. Dopo attente ricerche, la scelta è ricaduta su Andrea Pogliani, artista di Bovisio Masciago non ancora trentenne, al quale è stato affidato un testo dedicato ad un episodio accorso alla Pinacoteca sabauda negli anni trenta affinché lo raccontasse in una decina di tavole illustrative. Ciò che ne è scaturito è stata una serie di disegni realizzati al computer inseriti in un volume tascabile a tiratura limitata che presentato in mostra domenica 19 settembre in occasione di “Ville Aperte 2021”.
Struttura e significato della mostra

La mostra, dal titolo ambivalente, costituisce una sorta di viaggio temporale ideale che conduce dal furto dimostrativo di un quadro di piccolo formato eseguito nel Quattrocento da Giovanni Van Eyck agli ultimi bandi di concorso per disegnatori e fumettisti ai quali ha partecipato Pogliani, talvolta vincendoli. Le opere in mostra, dunque, sono suddivise in due distinte sezioni che riprendono, con un arguto gioco di parole, il termine “bandito”, che allude sia alle gesta ‘criminose’ connesse al furto di opere d’arte, sia all’annuncio reso di pubblico dominio attraverso la stesura di un bando, oggi reso noto attraverso la pubblicazione su organi ufficiali di stampa e di informazione e un tempo proclamato ad alta voce nelle piazze e nelle strade da appositi professionisti denominati “banditori”. La mostra, infine, per desiderio di ISAL allude al mondo della condivisione perché l’Istituto ha inteso rinnovare la sua mission di “divulgatore del sapere”, realizzando una sorta di banchetto culturale, le cui tavole imbandite sono rappresentate dalle bacheche che contengono le opere disegnate dal giovane pittorefumettista.
Il “furto dimostrativo” di Pacchioni

La prima sezione si apre con le tavole che illustrano il citato libro scritto da Ferdinando Zanzottera (docente di Storia dell’Architettura del Politecnico di Milano e Direttore del Dipartimento di Valorizzazione de Beni Culturali ISAL), frammisti a bozzetti e a tavole che mostrano l’evoluzione grafica di alcuni specifici disegni. In essi il protagonista, raffigurato con il tratto sintetico e pungente di Pogliani, è la figura del soprintendente Guglielmo Pacchioni, tutt’altro che “bandito”, ma benemerito per aver salvato dalla distruzione della Seconda Guerra Mondiale i grandi capolavori dell’arte italiana: da Caravaggio a Leonardo, da Lotto a Tintoretto, da Bramante ai giotteschi. Nei primi anni trenta l’allora Direttore della Soprintendenza unita (Monumenti e Gallerie) del Piemonte e Liguria e Direttore della Regia Pinacoteca di Torino, accortosi che il sistema di sicurezza del museo sabaudo non funzionava perfettamente e che gli addetti di sala non erano sempre ligi agli ordini di servizio ricevuti lasciando alcune sale incustodite, decise di staccare dalla parete il piccolo ma prezioso dipinto di Van Eyck e di nasconderlo dietro un calorifero. Era il 28 agosto 1933 e l’opera oggetto del gesto dimostrativo era uno dei dipinti più preziosi della Galleria, dal valore economico superiore ai due milioni di lire.
Le conseguenze del gesto di Pacchioni

Staccata dalla parete la “Stigmate di San Francesco”, Pacchioni si recò in ufficio chiedendo ai funzionari di portargli l’opera per poterla studiare, scatenando il panico di tutti i dipendenti che, per qualche minuto, credettero in un clamoroso furto. Svelato l’arcano e la “burla dimostrativa” il Soprintendente chiamò al telefono anche Giulio Carlo Argan, all’epoca ispettore, per spiegargli e raccontargli le ragioni del suo gesto provocatorio che, tuttavia, generarono un’inchiesta interna durata qualche anno, e che ebbe inizio dalla controdenuncia dei responsabili di sala che accusavano Pacchioni di tentato furto. Le tavole di Pogliani, dunque, illustrano graficamente l’accaduto, lasciando trasparire i tratti introspettivi e psicologici del grande soprintendente torinese, passato poi alla cura delle opere d’Arte Medievale e Moderna delle Marche e della Dalmazia e nominato nel 1939 Soprintendente alle Gallerie di Milano e Direttore della Pinacoteca di Brera.
I successi di Pogliani

La seconda sezione della mostra raccoglie le numerose fantastiche visioni oniriche che l’illustratore ed artista brianzolo ha presentato a concorsi e bandi nazionali e internazionali. Sono lavori di eccezionale qualità, non solo cromatica, tra i quali si distingue l’opera intitolata “Uomo Selvatico”, realizzata per il concorso “Leggendarie Creature, dalle radici alla carta” dedicato all’identità e alla mitologia trentina, premiata dalla giuria popolare come migliore opera esposta. Oltre che per il valore e la qualità insita nelle opere di Pogliani, ISAL ha deciso di realizzare questa mostra per avvicinare le giovani generazioni alla storia dell’arte e per far conoscere alcuni dei suoi protagonisti, troppo spesso ingiustamente dimenticati, credendo fermamente nell’importanza della frammistione disciplinare e nel dialogo tra culture e forme espressive eterogenee.
Primo evento di una serie di iniziative

La mostra dedicata all’artista e disegnatore Pogliani ha rappresentato il primo appuntamento di una nutrita serie di iniziative programmate da ISAL per il 2021 e il 2022, e riprende la tradizione di realizzare libri illustrati dei secoli scorsi, culturalmente rivalutati in questi ultimi anni anche in ragione dei festeggiamenti di Dante e della Divina Commedia, di cui grandi interpreti figurativi furono l’inglese William Blake, autore di oltre cento visionari acquerelli policromi, e il francese Gustave Dorè, al quale sono da ascrivere circa trecento incisioni pubblicate, per la prima volta, nel 1861. In occasione della mostra, inoltre, sono stati realizzati dei momenti laboratoriali per i bambini, mentre specifici appuntamenti sono stati dedicati agli appassionati del fumetto e ai curiosi che, oltre a dialogare con l’artista, hanno potuto ricevere in omaggio un disegno da lui realizzato al momento. Conclusa questa mostra, svoltasi dal 25 settembre al 18 ottobre, negli stessi locali è stata organizzata l’esposizione intitola “«La svolta». Tele e acrilici di Claudio Granaroli”, personale del grande maestro di fama internazionale Granaroli, il quale ha dipinto anche alcune copertine della Rivista dell’Istituto.