Educare lo sguardo: scatti inediti sulla città di Milano

La mostra fotografica “Educare lo sguardo: scatti inediti sulla città di Milano” raccoglie una piccola serie di immagini realizzate sul capoluogo lombardo da cinque giovani studiose, alcune delle quali divenute oggi promesse dell’architettura. Gli scatti di Alma Donzelli, Martina Meulli, Sofia Montalti, Alice Raminelli e Marta Robecchi costituiscono la sintesi di personali viaggi conoscitivi in alcuni quartieri periferici del capoluogo lombardo o nel centro della città, con lo scopo di scoprire, conoscere e raccontare l’architettura così “incontrata”. Non un approccio legato a uno sterile accademismo didascalico, ma una palpitante esperienza vissuta sulla scia di una lunga tradizione dell’insegnamento della Storia dell’Architettura. Tutte le immagini sono state realizzate nell’ambito dei corsi di Storia dell’Architettura tenuti dal prof. Ferdinando Zanzottera al Politecnico di Milano e appartengono ad un metodo di approccio diretto al paesaggio urbano, spontaneamente o socialmente antropizzato, e all’architettura storica o contemporanea.

Le fotografie e i quartieri milanesi di Gratosoglio e Baggio

Le fotografie sono il racconto di ciò che le giovani autrici hanno “visto” durante i loro viaggi di indagine e di studio urbano, divenuti occasione di riflessioni anche antropologico-culturale e attente registrazioni dei costumi e delle usanze dei turisti e dei milanesi del XXI secolo. Le istantanee rappresentano, dunque, un estratto di più ampie personali campagne fotografiche per creare compiuti racconti figurativi sulle specifiche porzioni delle città indagate, organizzate seguendo strutturati impianti sequenziali. Caratterizzati da differenziate composizioni di ‘montaggio narrativo’, in mostra solo parzialmente intuibili, determinate dalla sensibilità delle singole autrici, le piccole serie delle immagini esposte rivelano differenti approcci alla fotografia e alla disciplina storico-architettonica. Esse spaziano dalle attente indagini sui ritmi compositivi delle architetture seriali del quartiere Gratosoglio di Marta Robecchi, ai paesaggi “d’altri tempi” del quartiere di Baggio ritratti da Martina Meulli, testimonianze di una sorprendente resilienza urbana che tenacemente vuole conservare frammenti di architetture lignee dal chiaro valore vernacolare.

Interpretazioni e riflessioni sull’architettura dei quartieri milanesi Varesina e “Monte Amiata” e del centro storico

In mostra non mancano le “reinterpretazioni” architettonicocoloristiche del quartiere Monte Amiata realizzate da Alice Raminelli, che ha saputo raccontare la sua personale riscoperta dei volumi architettonici caratterizzati da colori primari da lei per anni quotidianamente sperimentati, o i suggestivi scatti in bianco e nero di Sofia Montalti, che ha raccontato gioie e dolori, speranze e disillusioni, bellezza e fragilità del quartiere Varesina, caratterizzato da un unitario insediamento di edilizia economico-popolare. Vi è poi la felice ricerca di Alma Donzelli sul centro del capoluogo lombardo, che racconta una città multietnica fortemente in movimento, nel quale trovano spazio inquadrature di “solitarie” architetture e i ritratti delle persone che animano la città e la Galleria Vittorio Emanuele II: uomini distratti dal vorticoso camminare, incuriositi dalla presenza della giovane studiosa, e donne affacciate alle finestre intente ad osservare la folla. L’insieme delle fotografie contribuisce a presentare aspetti particolari della città di Milano e della sua architettura, tripudio di vitalità vissuta, più o meno coscientemente, all’ombra della “Madonnina”.